L’impegno dalla famiglia alla scuola


Di Mons. Giuseppe Torti

 

 

Vi proponiamo la presa di posizione di Mons. Giuseppe Torti presentata pubblicamente lo scorso 2 gennaio sul GdP.

 

1. La festa della Santa Famiglia è l’occasione per riflettere sul dibattito in corso tra fautori del pubblico o del privato nel campo della scuola, dell’istruzione e dell’educazione della nostra gioventù.

Il Vescovo non può restare insensibile a un tema tanto delicato per il futuro del Cantone. Nell’esporre il suo pensiero, secondo la dottrina della Chiesa, parte però da un altro punto di vista. Prioritari non sono i diritti del pubblico o del privato ma quelli della famiglia, dei genitori e dei figli.

 

2. Responsabili primi dell’istruzione ed educazione dei figli sono i genitori. Prendo atto con rispetto e condivisione che la gran parte dei genitori sceglie come ambienti per l’educazione dei figli le strutture gestite dall’Ente pubblico, Comuni e Cantoni. Esse offrono un servizio riconosciuto di qualità e sempre teso al miglioramento. Un servizio che viene offerto come gratuito perché pagato da tutti. Ma ci sono dei genitori, che avvalendosi della libertà di scelta, garantita dalla Costituzione, ritengono di dover operare una scelta diversa, spinti dalle ragioni più disparate e in qualche caso, “disperate”.

La loro non è scelta arbitraria ma basata sulla Carta Costituzionale che garantisce “la libertà dei genitori di scegliere per i figli scuole diverse da quelle istituite dalle autorità pubbliche, purché conformi ai requisiti fondamentali previsti dallo Stato in materia di istruzione, e di curarne l’educazione religiosa e morale secondo le proprie convinzioni” (art. 8,m). La stessa Carta Costituzionale, all’articolo 14 esplicitando gli obiettivi sociali precisa che il Cantone provvede affinché “ognuno possa beneficiare di una istruzione e di una formazione adeguata e possa perfezionarsi conformemente ai suoi desideri  e alle sue attitudini”.

I genitori dunque  che si rivolgono a istituzioni non statali, ma riconosciute ed in molti casi addirittura con titoli di studio parificati a quelli cantonali, hanno una motivata base per richiedere un sussidio per la realizzazione della loro libertà di scelta della scuola. Chiedono pertanto ai genitori che si vedono la loro scelta scolastica già completamente pagata di comprendere come sia nell’interesse generale poter disporre della effettiva possibilità di scegliere strutture ed istituzioni che completano ed integrano il servizio statale. La dottrina della Chiesa, ribadita solennemente dal Concilio Vaticano II è chiara ed inequivocabile al proposito: “i genitori, avendo il dovere ed il diritto primario ed irrinunciabile di educare i figli, debbono godere di una reale libertà nella scelta della scuola. Perciò i pubblici poteri, a cui incombe la tutela e la difesa della libertà dei cittadini, nel rispetto della giustizia distributiva, debbono preoccuparsi che le sovvenzioni pubbliche siano erogate in maniera che i genitori possano scegliere le scuole per i propri figli in piena libertà, secondo la loro coscienza” (dichiarazione “Gravissimum educationis” no. 16).

 

3. Anche il Parlamento cantonale con duplice significativa maggioranza ha riconosciuto legittima l’erogazione di sussidi alle famiglie che permettano pure ai meno abbienti la pratica di un principio costituzionale. Non si può riservare solo ai benestanti un servizio che deve essere invece garantito a tutti. Il contributo è così modico che non deve allarmare. Si riduce all’1,4% o addirittura allo 0,7% di quanto viene speso per le scuole statali.

Sono grato e riconoscente alle autorità e ai docenti per tutto quanto viene offerto nelle scuole comunali e cantonali per promuovere l’istruzione e l’educazione della nostra gioventù. Invito i genitori a ricordarsi che rientra nei loro doveri  e responsabilità  preoccuparsi anche che i figli frequentino i corsi di istruzione religiosa e di formazione morale delle coscienze. Chiedo che seguendo le indicazioni del Governo e del Parlamento cantonale si dimostri comprensione per quei genitori che hanno validi motivi per operare una scelta diversa che comunque richiederà di essere pagata con un supplemento di spesa direttamente versato dalle famiglie interessate. Il sussidio è previsto come scalare proprio per favorire le famiglie meno abbienti e realizza quindi anche un postulato di ridistribuzione sociale. Molte scuole non statali hanno dovuto chiudere non per mancanza di allievi, ma per mancanza di mezzi finanziari, non potendo addossare completamente alle famiglie i costi di gestione. Lo spirito dell’iniziativa per una effettiva libertà di scelta della scuola mi pare dunque possa essere condiviso nell’interesse generale del nostro Paese.